Radicchio: amaro, ma benefico

Il radicchio è uno degli ortaggi che, negli ultimi anni, ha visto aumentare la produzione, il consumo e soprattutto l’esportazione. L’Italia è il produttore principale e ne custodisce molte varietà (che appartengono allo stesso genere botanico, Cichorium): Radicchio Rosso di Treviso IGP (Indicazione Geografica Protetta), Radicchio Variegato di Castelfranco IGP, Radicchio di Verona IGP, Radicchio Rosso di Chioggia IGP sono le più conosciute. La strada che collega Venezia a Treviso e Castelfranco Veneto viene chiamata “Strada del Radicchio”, proprio perché attraversa un’ampia area di coltivazione di questo ortaggio. Il radicchio si trova fresco quasi tutto l’anno, poiché ne esistono specie precoci e specie tardive.

Pur essendo diversi tra loro, tutti hanno due caratteristiche comuni: il colore e il sapore amarognolo.

Il colore rosso/viola è dovuto alla presenza di antocianine, composti antiossidanti che, insieme con i carotenoidi e la vitamina C presenti, contrastano l’azione dei radicali liberi, limitando l’invecchiamento cellulare. I carotenoidi e le antocianine salvaguardano anche la salute del fegato e sono responsabili di un’attività ipocolesterolizzante, riducendo il colesterolo “cattivo” (LDL).

Il sapore amaro è determinato dai guaianolidi che hanno effetti antinfiammatori, angioprotettivi, ma soprattutto facilitano la digestione grazie alla stimolazione della produzione di saliva, succhi gastrici e bile.



Il radicchio è molto ricco di sali minerali (potassio, magnesio, fosforo, ferro e calcio) e vitamine (vitamina A, vitamina B, vitamina C, vitamina K) che lo rendono un ottimo alimento depurativo e rimineralizzante in caso di anemia e astenia. 

Questo ortaggio, stimolando la produzione di insulina, favorisce l’entrata del glucosio all’interno delle cellule, togliendolo dal circolo sanguigno. Inoltre, essendo molto ricco in fibre, rallenta l’assorbimento degli zuccheri, abbassando l’indice glicemico del pasto. Questo lo rende un ortaggio d’elezione per chi soffre di diabete. Le fibre (ne sono presenti sia solubili che insolubili) fungono anche da prebiotico per i batteri del microbiota intestinale, sostenendo la corretta funzionalità del transito e l’efficienza del sistema immunitario.

L’acqua è molto abbondante e promuove la diuresi e l’eliminazione delle tossine dall’organismo.

È un alimento con un apporto energetico ridotto che può tranquillamente far parte di un regime alimentare ipocalorico.

Pur mostrando molte caratteristiche positive, il radicchio è controindicato per chi fa uso di farmaci anticoagulanti, poiché il loro effetto può essere vanificato dalla presenza della vitamina K. Stessa sorte per chi è allergico ad esso e al nickel, elemento chimico riscontrato nel vegetale.

Il radicchio è un ortaggio versatile in cucina e può essere consumato sia crudo che cotto. Come avviene per tutti gli altri vegetali, il consumo crudo permette di mantenerne intatte le caratteristiche nutrizionali, soprattutto per ciò che riguarda l’apporto vitaminico. Può essere cucinato alla piastra, al forno, in padella, come accompagnamento di altri cibi (riso, pesce, carne, ecc.), per arricchire torte salate o tortini, ma risulta molto gustoso anche in insalata o in pinzimonio. Un uso alimentare meno conosciuto è rappresentato dall’essiccazione e macinatura della sua radice……..per fare il caffè!

Che sia lungo o a palla, verde o rosso, il radicchio merita certamente più attenzione nella nostra alimentazione.