Piramide alimentare

La Piramide Alimentare è un grafico ideato nel 1992 dal Dipartimento Statunitense dell’Agricoltura (USDA) per dare indicazioni in merito ad una alimentazione sana, mirata cioè al mantenimento di un corretto stato di salute. Questa rappresentazione grafica permette una facile interpretazione dei suggerimenti in campo alimentare. Infatti, la piramide è divisa in senso orizzontale in diverse “fasce”, in ognuna delle quali sono inseriti differenti gruppi alimentari; la grandezza della fascia ne indica la quantità e la frequenza di consumo. Va da sé, quindi, che i cibi inclusi nelle fasce più in basso sono quelli di cui se ne consiglia un consumo maggiore e più frequente, mentre quelli della parte alta dovrebbero essere consumati saltuariamente.

Di piramidi alimentari ne esistono tante, impostate su diversi modelli alimentari, non necessariamente di tipo dimagrante. Negli anni, poi, lo schema iniziale è stato modificato tenendo conto non solo degli introiti alimentari, ma anche di altri aspetti che, più o meno direttamente, sono legati alla nutrizione e ad uno stile di vita sano.

Perché parlare di piramide alimentare proprio in corrispondenza di un periodo dell’anno piuttosto ricco di grandi “mangiate e abbuffate”?

A conclusione della III Conferenza Internazionale CIISCAM, svoltasi a Parma nel 2009, è stata diffusa la Nuova Piramide Alimentare della dieta Mediterranea moderna, realizzata dagli istituti INRAN e CIISCAM, in collaborazione con gli altri Paesi che si affacciano sul Mar Mediterraneo. Per la prima volta, si parla di una Piramide ufficiale italiana, in cui ci sono alcune modifiche relative agli alimenti: frutta, verdura e cereali sono nella stessa fascia; il consumo di carne rossa viene ridotto; si fa la distinzione tra le diverse categorie di grassi; c’è il suggerimento a variare il “colore” degli alimenti; vengono introdotti gli alimenti integrali; si concepisce il pasto nella sua interezza, prevedendo più portate di cui se ne consiglia la tipologia.

Nella stessa nuova piramide, nella fascia più in basso, quindi la più grande, sono inseriti altri importanti elementi che rimandano l’attenzione ad un corretto stile di vita: l’idratazione, l’attività fisica, la stagionalità, la convivialità e le tradizioni culturali. L’acqua è il principale componente del nostro corpo e va sempre reintegrata, per permettere il corretto funzionamento di ogni processo funzionale/metabolico. L’attività fisica promuove un efficiente andamento di tutti i processi metabolici e strutturali dell’organismo. La stagionalità assicura il rifornimento più adeguato di tutti i micro- e macro-nutrienti attraverso l’alimentazione.

Proprio in questo periodo, vorrei puntare l’attenzione sulla convivialità e sulle tradizioni culturali. Il Natale è l’occasione, probabilmente più sentita (anche da chi non è cattolico), per stare insieme con i familiari. Il cibo, ancor di più, assume una connotazione sociale: i pasti natalizi vengono consumati in compagnia delle persone più “vicine”; il cibo rappresenta un elemento che unisce, una condivisione, non solo alimentare, ma anche emotiva.

Le tradizioni culturali non influenzano solo le modalità di consumo dei pasti, ma anche la tipologia degli stessi. Nel periodo natalizio, si preparano pietanze che non vengono poi riproposte nel resto dell’anno e sono, solitamente, piatti particolarmente ricchi, fatti con materie prime legate al territorio e alla sua storia.

Insomma, a Natale si rivive, nei pasti, tutta la cultura culinaria che ci caratterizza, arricchita da affetti, emozioni, ricordi, sapori e odori che sicuramente non saranno estremamente salutari per il nostro corpo, ma lo saranno certamente per la nostra anima! Allora, via libera a cappelletti in brodo, vincisgrassi, agnello, panettone, torrone, fristingolo, pandoro, ecc. per il pranzo di Natale: godiamo del cibo mangiato insieme e nessuna paura…………l’attenzione negli altri giorni del periodo natalizio rimetterà tutto in ordine!