Mononucleosi e alimentazione

La mononucleosi è una malattia di origine virale; è causata, infatti, dal virus Epstein-Barr (EBV), della famiglia degli Herpes virus. Viene comunemente conosciuta come “Malattia del bacio” poiché si trasmette facilmente attraverso il contatto diretto con la saliva o con gli oggetti contaminati da essa, oltre che con urine e/o sangue. La mononucleosi può essere contratta da tutti, ma è più frequente riscontrarla nei bambini e negli adolescenti.

I sintomi con cui si manifesta sono: stanchezza, mal di gola, febbre (con rialzo serale), astenia, ingrossamento e dolenzia dei linfonodi (in particolare, di quelli del collo), nausea, vomito, diarrea, inappetenza, cefalea e dolori articolari e muscolari. Tuttavia, molto spesso si scopre per caso di averla avuta, perché può “passare” in forma asintomatica. Ha un tempo di incubazione piuttosto lungo, che varia dai 30 ai 50 giorni e le particelle virali possono essere disperse, dopo la guarigione, per diverse settimane. La diagnosi viene fatta attraverso la ricerca degli anticorpi specifici nel sangue e non si mostra necessaria una cura farmacologica, a meno che la sintomatologia non sia molto marcata.

Il virus della mononucleosi, come tutti i suoi “parenti” della famiglia degli Herpes, una volta incontrato, rimane all’interno dell’organismo (nei linfociti B) e, nel caso in cui il sistema immunitario non sia perfettamente efficiente oppure durante un periodo particolarmente stressante dal punto di vista psicologico/emotivo, può riattivarsi manifestandosi con i sintomi tipici della malattia. Inoltre, l’EBV sembra essere coinvolto direttamente nell’insorgenza di linfomi (es.: Burkitt, Hodgkin’s) e del carcinoma nasofaringeo e sembra anche aumentare il rischio di sviluppare patologie autoimmuni (es.: sclerosi multipla).

Cosa lega la mononucleosi all’alimentazione? Il legame diretto non c’è, poiché quest’ultima non può impedire lo sviluppo della malattia, né rappresenta una possibilità terapeutica. L’alimentazione, però, svolge un ruolo importante nella prevenzione e offre un’opportunità per facilitare la ripresa post-guarigione. In quale modo?

Durante l’infezione, è bene scegliere alimenti facilmente digeribili, non ricchi di grassi, non dolci (poiché favoriscono la nausea), cotti in modo semplice (al vapore, a pressione, ecc.) e suddivisi in pasti piccoli e frequenti. Il tutto, accompagnato da acqua o tisane e infusi che permettano anche il ripristino dei sali minerali persi.

Dopo la guarigione, la stanchezza tende a protrarsi per diverso tempo e l’alimentazione aiuta a velocizzare la ripresa. Infatti, si consiglia di consumare alimenti ricchi di grassi omega-3, altamente antinfiammatori, e di alimenti che contengono molti antiossidanti (vitamine C, E, A).

Anche i probiotici svolgono un’importante funzione, in quanto sostengono l’intestino quando è presente la diarrea, ma permettono anche la modulazione e il sostegno del sistema immunitario, insieme con la vitamina D, lo zinco e il selenio.

Uno stile di vita sano, un’alimentazione varia che impedisce carenze micro- e macro-nutrizionali e un’attività fisica costante sono la migliore prerogativa per evitare l’infezione: con questa accezione, l’alimentazione, quindi, si rivela essere uno strumento eccezionale di prevenzione della mononucleosi e di molte altre patologie virali e non solo.