Fico d'India

A dispetto del suo nome, trova la sua origine in Messico, ma viste le scarse esigenze di crescita, si è diffuso in tutte le regioni con clima caldo del mondo.

È una pianta di cui si utilizza veramente ogni parte, sia perché commestibile sia per il gel contenuto nelle sue “foglie” (chiamate cladodi o pale), sia per l’alto contenuto in fibre che possono essere utilizzate in tanti ambiti (falegnameria, design, gioielli, ecc.).

Il frutto ha un buon contenuto di zuccheri che lo rendono molto appetitoso e apparentemente sconsigliato in caso di diabete o regimi alimentari dimagranti. “Apparentemente” perché la gran quantità di fibre in esso presenti modula l’assorbimento dei glucidi, abbassando quindi il suo indice glicemico. Non solo! Le fibre, in gran parte solubili, aiutano anche a regolarizzare il transito intestinale e l’accumulo del colesterolo e favoriscono il senso di sazietà.

Il fico d’India è ricco di vitamine (A, B1, B2, B3, B6, C, folati), minerali (calcio, fosforo, potassio, sodio) e antiossidanti (vitamina C, carotenoidi, polifenoli, flavonoidi, betalaine).

Circa l’85% del suo peso è costituito da acqua: caratteristica che attribuisce al frutto proprietà diuretiche, visto anche lo scarso contenuto di sodio.

Gli antiossidanti racchiusi nel fico d’India riducono la quantità di radicali liberi prodotti e ne limita la produzione di nuovi, rallentando l’invecchiamento e la degenerazione delle componenti cellulari.

Il gel all’interno dei cladodi è un vero tesoro: costituito da mucillagini, ha un vero e proprio potere protettivo della mucosa gastrica e può essere usato sulla cute grazie alle sue proprietà disinfettanti, cicatrizzanti, lenitive ed elasticizzanti.

I fiori vengono usati sin dall’antichità per fare decotti diuretici.

Oltre a tante proprietà, il frutto di questa pianta è sconsigliato a chi soffre di diverticoli, poiché i numerosi semini in esso racchiusi possono depositarsi nelle anse intestinali innescando il processo infiammatorio.

L’Opuntia (nome scientifico del fico d’India) viene usata molto in cucina (ricette dolci, salate, insolite; alcune ricette le trovi qui: https://www.greenme.it/mangiare/vegetariano-a-vegano/fichi-india-ricette/), ma anche nell’industria di cosmesi e, soprattutto negli ultimi anni, nell’industria del design. Quest’ultima ha saputo utilizzare la parte fibrosa delle pale per fare oggetti d’arredamento o decorazione, così come gioielli e fibre vegetali simili alla pelle (per fare borse, scarpe, ecc.).

Non si può dimenticare anche l’aspetto decorativo della pianta nella sua interezza: in alcuni Paesi (tra cui le regioni calde d’Italia), esistono vere e proprie “siepi” di fichi d’India che, oltre al verde delle pale, mostrano, in base alle diverse varietà, fiori dal bianco al giallo-arancio e frutti bianchi, giallo-arancio e rosso-porpora.