Dieta e udito

Nel corso della vita, esattamente come succede per tutte le altre parti del corpo, anche l’orecchio perde fisiologicamente alcune caratteristiche strutturali e funzionali. Inoltre, alcune terapie farmacologiche e/o alcune malattie oppure un’esposizione prolungata ai rumori possono accelerare questo processo, causando una perdita più o meno marcata dell’udito (ipoacusia).

Diversi studi hanno evidenziato l’importanza dell’alimentazione nel ridurre il rischio di diminuzione della capacità uditiva.

Particolare rilevanza è stata attribuita all’acido folico (vitamina B9), in quanto aiuta a regolarizzare il flusso sanguigno, garantendo la giusta ossigenazione all’apparato uditivo. Dove trovarlo? Nelle verdure a foglia verde, nelle uova, nel latte, nella frutta secca a guscio (soprattutto mandorle e noci), nei legumi e nei cereali integrali.

Sempre parlando di vitamine del gruppo B, anche la B12 risulta utile a proteggere la guaina dei nervi, tra cui quello acustico, garantendo una corretta comunicazione nervosa, evitando ronzii e alleviando gli acufeni. Per farne scorta, è necessario consumare alimenti di origine animale (carne, pesce, uova, latte, ecc.).

I grassi omega-3 hanno un’azione antinfiammatoria e sembrano in grado di proteggere l’orecchio anche dalle infezioni, salvaguardandone le strutture. Il consumo regolare di pesce pescato, così come di semi di lino e noci, ne assicura il fabbisogno giornaliero.

Lo zinco, sostenendo il sistema immunitario e favorendo la riparazione cellulare, preserva dalle infezioni microbiche e alcuni promettenti studi ne consigliano l’assunzione in caso di acufeni. Carne, pesce, frutta secca a guscio, cereali integrali, semi oleosi, legumi, cioccolato ne sono molto ricchi.

Il magnesio combatte i radicali liberi, causa di degenerazione cellulare, ed agisce particolarmente sulle cellule ciliate dell’orecchio interno offrendo loro una barriera protettiva. Si può trovare il magnesio nella frutta e nella verdura, nella frutta secca a guscio, nei cereali integrali e nei semi oleosi.

Il potassio, infine, partecipa alla conversione dei suoni in segnali elettrici diretti al cervello e contribuisce al mantenimento dei fluidi nell’orecchio interno, così da permetterne il corretto funzionamento.

Oltre agli alimenti, alcuni recenti studi indicano che un’integrazione di probiotici, in particolare di ceppi di Bifidobacterium, può alleviare i sintomi degli acufeni e può essere un supporto alle terapie attualmente conosciute per tale patologia.

Avere accortezze, quindi, nell’alimentazione offre sicuramente dei vantaggi, ma il consiglio valido è sempre di affidarsi a professionisti competenti e, perché no, che operino in équipe.