Biodiversità…….non solo ambientale


Lo scorso 22 maggio è stata celebrata la Giornata Mondiale della Biodiversità e, quasi sempre, parlando di essa, si pensa all’ambiente naturale, al Pianeta. In realtà, si può parlare di biodiversità anche in riferimento al microbiota intestinale.

Come già sappiamo, il microbiota è un insieme di microbi di diversa tipologia (batteri, virus, funghi, ecc.) che vivono in equilibrio tra di loro. Un’alta biodiversità, quindi un’abbondanza di specie microbiche differenti, è garanzia di salute per il microbiota stesso e per l’ospite. Non solo è importante il numero di specie presenti, ma anche la quantità di microbi per ciascuna specie. Questi ultimi, infatti, vivono “singolarmente”, ma anche associati a formare dei consorzi (co-occurrence networks), all’interno dei quali le specie (dominanti e non) si sostengono vicendevolmente a vantaggio del consorzio stesso e dell’organismo ospite.

L’alimentazione scorretta, la mancanza di attività fisica, patologie varie, l’uso di farmaci (in particolare di antibiotici e antimicotici), stress, cambiamenti ormonali sono tutti fattori che possono influire negativamente sulla biodiversità. Cosa succede, quindi? Il microbiota, continuamente sollecitato dai fattori “esterni” ad esso, non riesce più a tenere il passo, non riesce più a fronteggiare i cambiamenti imposti, permettendo così l’insorgenza della disbiosi intestinale. La rottura dell’equilibrio che caratterizza il microbiota fa sì che alcune specie microbiche crescano più di altre, che i patobionti (microbi responsabili di patologie) possano prevalere e che possano scarseggiare importanti metaboliti prodotti dai microbi a beneficio dell’ospite. Tutto ciò si ripercuote anche sulla mucosa intestinale, in quanto viene promosso uno stato infiammatorio che ne modifica la struttura e la permeabilità.

Cosa fare? Sicuramente, curare l’alimentazione, favorendo il consumo di frutta, verdura e cereali integrali che grazie alle fibre in essi contenute sostengono la crescita dei microbi “buoni”. Esercitare attività fisica garantisce una migliore irrorazione sanguigna e una maggiore ossigenazione anche a livello intestinale. Non è estremamente importante scegliere una specifica disciplina sportiva, ma è proficuo praticarla con costanza, in maniera regolare; in questo modo, si offre anche un’opportunità di svago e di “allentamento” dello stress quotidiano. È consigliabile l’uso di farmaci solo se strettamente necessari e solo sotto prescrizione medica. Da ultimo, ma non in termini di importanza, in caso di disbiosi, prevedere un’integrazione mirata di probiotici che vadano a ripristinare la biodiversità ridotta o persa. In altre parole, avere uno stile di vita sano favorisce la biodiversità garantendo la salute del microbiota intestinale e, di conseguenza, dell’ospite.