Allergia e microbiota

Il momento della nascita e la modalità con la quale essa avviene sono estremamente importanti per la formazione del microbiota intestinale del neonato. Nei successivi 3 anni di vita, inoltre, si assiste alla maturazione del microbiota fino a raggiungere la composizione che rimarrà più o meno costante per il resto della vita.

Perché il microbiota intestinale è così determinante nelle allergie? Qual è il legame tra di loro?

Il microbiota “collabora” con il GALT (Gut-Associated Lymphoid Tissue), tessuto linfoide associato all’intestino, nella risposta immunitaria. Il GALT ha la funzione di proteggere l’organismo dagli attacchi dei patogeni che arrivano dall’esterno ed esercita la sua attività soprattutto nei confronti delle mucose. Alcuni microbi presenti nell’intestino sostengono l’azione del GALT producendo acido lattico e sostanze che minano alla sopravvivenza dei patogeni. Infatti, l’acido lattico rende l’ambiente inospitale e le batterocine, prodotte dai batteri, favoriscono la morte dei microbi provenienti dall’esterno, che sono potenzialmente patogeni. L’equilibrio tra il microbiota e il GALT e l’eubiosi (equilibrio tra le specie microbiche costituenti il microbiota), garantiscono un’efficace risposta immunitaria.

La reazione allergica è causata dall’entrata in contatto di un allergene (pollini, alimenti, peli di animali, sostanze chimiche, ecc.) con l’organismo. In pratica, esso reagisce in maniera abnorme a questo contatto, producendo l’istamina, un’ammina biogena che funge da mediatore chimico. La liberazione di questo composto favorisce l’instaurarsi, in tempi brevi, di uno stato infiammatorio, di solito, piuttosto importante, con diverse manifestazioni sintomatologiche.

La possibilità di confrontarsi con più allergeni possibile, sin dalla prima infanzia, sembra diminuire il rischio di sviluppare allergie; questo perché il sistema immunitario è più “allenato”, ha avuto modo di conoscere più elementi appartenenti al mondo esterno e diventa, quindi, più in grado di fronteggiarli, di gestirne il loro ingresso nell’organismo.

Un microbiota che abbia un’alta biodiversità, cioè ricco di numerose specie microbiche differenti, viene definito “sano” e agisce anche tutelando la salute della parete intestinale. Mantenere la sua integrità fa sì che gli eventuali allergeni non possano raggiungere il circolo sanguigno sottostante, innescando le reazioni che danno luogo all’evento allergico (es.: produzione di IgE).

Come si può intervenire per fare in modo che non insorgano allergie o, per lo meno, che non si manifestino con una sintomatologia marcata?

L’alimentazione può essere d’aiuto, in quanto introducendo alimenti specifici, si favorisce la crescita dei microrganismi “buoni” che partecipano alla risposta immunitaria. Il consumo di fibre, ad esempio, incrementa la proliferazione di Bifidobatteri che, insieme con i Lactobacilli, normalizzano la bilancia Th1-Th2 della risposta immunitaria. Inoltre, essi frenano la crescita di altri batteri (es.: Clostridium) che, invece, sembrano essere maggiormente correlati con le reazioni allergiche. Non solo! Alcuni Lactobacilli controllano la proliferazione di altri ceppi batterici in grado di produrre istamina (es.: Proteus e Morganella), che andrebbe ad aggravare la sintomatologia allergica.

Un altro aspetto da considerare è la presenza di istamina negli alimenti. I soggetti allergici dovrebbero evitare tali cibi, soprattutto nel periodo di maggiore manifestazione sintomatica, per evitare un sovraccarico di tale ammina, difficile da smaltire per l’organismo.

Gli studi stanno approfondendo questo nuovo tipo di approccio alle allergie e l’uso di probiotici, così come un piano alimentare calibrato sul soggetto e sulla sua sintomatologia allergica, sembrano rappresentare una possibilità terapeutica veramente valida.