Non solo fornelli

Passate le feste natalizie, è iniziata la corsa al detox! Si punta molto l’attenzione agli alimenti da scegliere, all’attività fisica da riprendere, ma non si pensa mai alla cottura dei cibi.

Premesso che non è indispensabile cuocere gli alimenti, è bene comunque conoscere i metodi di cottura più salutari.

Innanzi tutto, perché cuocere i cibi? I motivi sono diversi: garantire la salubrità dell’alimento, dal punto di vista igienico (eliminazione di microbi, potenziali patogeni); assicurarne una più prolungata conservabilità; per renderli maggiormente digeribili; per aumentarne l’appetibilità; per inattivare sostanze, in essi presenti, che possono limitare/evitare l’assorbimento dei nutrienti. Allo stesso tempo, una cottura “salutare” deve avere dei requisiti ben precisi: rispettare e salvaguardare le proprietà nutrizionali dell’alimento; non modificare eccessivamente il sapore; evitare la produzione di sostanze tossiche; limitare l’utilizzo di grassi.

Quali sono, quindi, i metodi di cottura consigliati?

COTTURA AL VAPORE

L’alimento si cuoce grazie al calore umido, cioè non è a diretto contatto con il liquido di cottura (acqua, brodo, ecc.). Il vapore attraversa il cestello in cui sono appoggiati gli alimenti e li cuoce. L’unica accortezza da avere è quella di tagliare il cibo in piccoli pezzi, così da evitare tempi troppo lunghi di cottura. È considerato il metodo salutare per eccellenza, in quanto non comporta perdita significativa dei principi nutritivi dei cibi (non si disperdono nel liquido di cottura), le caratteristiche organolettiche/gustative vengono preservate e non è necessario aggiungere grassi. Risulta essere anche un metodo economico.

BOLLITURA/PENTOLA A PRESSIONE

La cottura avviene per immersione dell’alimento in un liquido di cottura in ebollizione. Nelle pentole tradizionali, la temperatura raggiunta è di circa 100°C, mentre nelle pentole a pressione, la cottura avviene a temperatura più alta, permettendo di accorciarne i tempi. Con questo sistema, si ha la perdita di alcune sostanze nutritive, in particolare le vitamine idrosolubili e i sali minerali, che si disperdono nel liquido di cottura. Per ovviare a ciò, è bene ridurre la quantità di acqua aggiunta, limitare al minimo necessario il tempo di cottura e, quando possibile, recuperare il liquido di bollitura. Questo metodo permette di cucinare senza grassi e di poter aggiungere erbe aromatiche e/o spezie per insaporire la pietanze.

COTTURA AL FORNO

Nel forno, si realizza la cottura mediante il calore secco: esso si diffonde attraverso l’aria calda che circonda, per un tempo di solito prolungato, l’alimento da cuocere. La temperatura può variare tra circa 140°C e 240°C, ma è importante non utilizzare il forno con calore troppo elevato poiché potrebbero non solo degradarsi alcuni nutrienti, ma anche generarsi sostanze tossiche. Questo metodo permette la cottura di pezzature grosse di cibo che, però, richiedono tempi di preparazione lunghi affinché il calore arrivi fino alla parte più interna dell’alimento. Il forno può essere usato per la COTTURA AL CARTOCCIO, una combinazione di forno e cottura a calore umido: l’alimento viene avvolto in carta forno o carta stagnola e infornato.

COTTURA ALLA GRIGLIA E ALLA PIASTRA

La cottura alla griglia, sicuramente, è un metodo che procura cibi gustosi e stuzzicanti; questo perché conferisce loro un aroma abbrustolito, affumicato. Una preparazione di questo tipo necessita, però, di molta attenzione. Infatti, se la bruciacchiatura risulta troppo evidente e marcata, vuol dire che le proteine contenute nell’alimento si sono modificate originando ammine aromatiche eterocicliche (tra cui, l’acrilammide), composti che inducono mutazioni nel DNA, incrementando il rischio di insorgenza di patologie oncologiche.

Un cenno va fatto alla FRITTURA, altro metodo per ottenere cibi particolarmente appetibili; non a caso, si dice “Fritta, è buona anche la soletta di una scarpa!”. Friggendo è, però, possibile la formazione di acrilammide poiché si raggiungono alte temperature. È importante scegliere un olio che abbia un punto di fumo alto (il migliore è l’olio extravergine d’oliva, seguito da quello di arachide) e mantenerne costante la temperatura (evitare sbalzi); evitare anche di friggere con olio già precedentemente usato. È sconsigliato l’uso frequente di questo metodo di cottura.

Il FORNO A MICROONDE permette di cucinare senza grassi e in tempi dimezzati rispetto a quelli dei metodi tradizionali. Attualmente, la maggior parte della comunità scientifica ritiene che sia un metodo di cottura che non alteri le caratteristiche nutrizionali ed organolettiche degli alimenti, ma non c’è ancora omogeneità di pensiero, quindi se ne consiglia un uso limitato.

Utilizzare metodi di cottura differenti aumenta la variabilità del menu giornaliero rendendo meno monotono il regime alimentare scelto: uno stesso alimento può essere cucinato con sistemi diversi fornendo sensazioni visive, olfattive e gustative gratificanti.

Non rimane, quindi, che organizzarsi e sperimentare nuovi piatti!